ANNO 14 n° 119
Spunto di Vista Divorzi e separazioni, come tutelare
se stessi e i figli
>>>> di Elisabetta Zamparini <<<<
01/05/2015 - 02:01

di Elisabetta Zamparini

VITERBO - Negli ultimi anni le separazioni e i divorzi hanno subito un continuo incremento, infatti, la coppiasi confronta e rivede più volte il patto coniugale, oggi più che in passato, perciò può accadere che ne esca sconfitta.

Quando la crisi di coppia diventa insostenibile, spesso la conseguenza naturale è la separazione. Non sempreperò, un evento critico come questo comporta necessariamente gravi effetti sulle persone coinvolte;facendo leva sulle risorse di ogni membro familiare, questa situazione può trasformarsi in un’occasione per un cambiamento positivo nell’intero nucleo.

 

La separazione spesso porta con sé il vissuto di perdita, di sofferenza e di disorganizzazione, che non di rado degenerano in odio, per questo il superamento della crisi è un percorso faticoso. Se la coppia coniugale è anche genitoriale, gli individui coinvolti in questo processo sono anche i figli.

Mentre i genitori affrontano il riequilibrio delle responsabilità, la diminuzione del supporto emotivo, l’indebolimento economico e i possibili conflitti con l’ex coniuge, i figli possono ritrovarsi a subire una diminuzione, o in alcuni casi la perdita, del sostegno e del controllo genitoriale, degli aspetti affettivi, educativi ed economici da parte di uno dei due genitori.

La qualità della relazione coniugale determina un clima affettivo all’interno della famiglia e può influenzare lo sviluppo infantile, per questo anche l’insoddisfazione coniugale può influire sul bambino in vari modi.

La disgregazione familiare comporta uno sconvolgimento dell’ambiente di vita e una ridefinizione di ruoli e compiti all’interno della famiglia, un evento stressante per tutti i figli ma soprattutto per i bambini, che possono aver difficoltà a capire pienamente quello che sta accadendo e vivere forti sentimenti di perdita e di abbandono. I bambini piccoli possono rispondere allo stress e manifestare il loro disagio con dei comportamenti regressivi, come per esempio il pianto, l’irritabilità, l’enuresi e i dolori psicosomatici, nel tentativo di richiamare l’attenzione a sé.

Frequentemente i figli possono assumere il ruolo di testimoni o ostaggi, resi responsabili della discordia o complici di un genitore, in questi casi, la sofferenza dei figli spesso viene interpretata come un’influenza dell’altro genitore e non come una reazione al clima familiare conflittuale.

Il forte scontro tra i genitori può provocare nel figlio sentimenti di ansia e angoscia e ciò che può tutelare il bambino da questa esperienza è la qualità dei contatti che riesce a mantenere con ciascun genitore e la capacità degli stessi di tenerlo fuori dalla discordia.

Non meno importanti sono le caratteristiche del temperamento del figlio che hanno un ruolo importante sia nelle sue reazioni agli eventi, sia nel modellare il comportamento dei genitori.

Uno degli obiettivi per affrontare e superare il processo di separazione è la ricerca e il riconoscimento di ciò che è stato fonte di dolore e d’ingiustizia, ma anche di ciò che di buono ha prodotto quel rapporto.

Riflettere sulle proprie aspettative riposte nel compagno, sui propri bisogni, su ciò che ha condotto la scelta a quel partner e riconoscere l’esistenza di aspetti positivi di quel legame, può aiutare a rimodellare un rapporto ormai cambiato e ad affrontare la crisi in modo costruttivo.

Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com.





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